Valorizzare il nostro patrimonio enogastronomico e imparare a comunicarlo con competenza e professionalità: nasce a Milano un interessante percorso universitario su vino e territorio
Il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2020” ha evidenziato come l’Italia, negli ultimi anni, abbia confermato la sua attrattività internazionale sotto il profilo del turismo enogastronomico. 25.000 aziende, 30.000 dipendenti, oltre 2 miliardi l’anno generati, sono i numeri resi noti dallo studio condotto da Roberta Garibaldi in collaborazione con World Food Travel Association e l’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.
Enoturismo in Italia: volano per la ripresa
Un quadro incoraggiante per il Belpaese che potrebbe – e dovrebbe – puntare maggiormente sull’enoturismo e l’enogastronomia in generale per rilanciare l’economia nazionale, nonostante la crisi dovuta alla recente pandemia internazionale. D’altra parte l’arte tutta italiana di trovare sempre soluzioni creative, si sta già concretizzando in un nuovo modo di gestire i turisti e gli spazi, al fine di garantire il rispetto delle regole a salvaguardia della salute e il benessere delle persone che chiedono contesti privi di assembramenti.
Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2020: possibilità e limiti da superare
Il “Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2020” ha anche evidenziato come, negli ultimi tre anni, il nostro sia stato il Paese dove le aziende viticole e olivicole sono cresciute maggiormente. Inoltre, dal 2016 c’è stato il maggior numero di iscrizioni alle liste Unesco dei beni materiali e immateriali legati all’enogastronomia e delle Città Creative per la Gastronomia.
Purtroppo l’indagine non presenta solo fattori positivi e importanti potenzialità ma riporta alla luce alcune mancanze che mettono l’Italia in secondo piano rispetto agli altri Paesi europei.
I limiti italiani del turismo del vino
In realtà, non c’era bisogno di questo rapporto per appurare che non siamo abbastanza efficaci nella promozione delle nostre eccellenze, enogastronomiche e di altro genere. I siti web ufficiali non forniscono informazioni e aggiornamenti esaurienti, penalizzando un patrimonio che potrebbe funzionare molto di più.
Gli stessi tour operator stranieri, valutano positivamente l’offerta italiana ma sottolineano quanto sia difficile reperire notizie importanti nei sistemi di prenotazioni.

Vigneti in Franciacorta(Foto © Consorzio per la tutela del Franciacorta).
Master in Comunicazione per il Settore Enologico e il Territorio
Alla luce di questa situazione in cui cosistono opportunità su cui puntare ma limiti nella comunicazione e nella gestione organizzativa, l’Università Cattolica del Sacro Cuore nel 2019 ha attivato il Master in Comunicazione per il Settore Enologico e il Territorio, patrocinato dall’Associazione italiana sommelier Lombardia e Piemonte, dal Consorzio Franciacorta, dal Consorzio per la tutela e la valorizzazione dei vini docg di Caluso e doc di Carema e Canavese, da Confindustria Canavese e Confagricoltura Torino.
Il percorso mira a formare professionisti nella comunicazione dell’noturismo in Italia, con un approccio multidisciplinare che unisce le conoscenze storico-culturali alle competenze tecniche. Il tutto affiancato agli strumenti di comunicazione sia tradizionali che digitali.
«Territori un tempo destinati solo alla produzione agricola grazie all’enoturismo hanno la possibilità di essere rivitalizzati e divenire mete turistiche d’eccellenza – dichiara Carla Lunghi, direttrice del Master -. Queste nuove forme di turismo esperienziale necessitano di una comunicazione efficace senza la quale si rischia di perdere attrattività verso i turisti e, di conseguenza, risorse economiche per il territorio. Usi accorti e competenti delle tecniche comunicative digitali e tradizionali si profilano sempre più come strumenti strategici.»