D’estate quanto d’inverno, è una delle località più amate della Val Pusteria, in Alto Adige. “Porta sulle Dolomiti”, per via delle Tre Cime che s’innalzano nelle immediate vicinanze, Dobbiaco è un paesino di 3.300 abitanti, nella provincia autonoma di Bolzano. Sul suo territorio due autentici gioielli naturali, il lago omonimo e quello di Landro, sono fra le mete turistiche più apprezzate dagli amanti delle escursioni.
Oltre a ospitare il centro visite del Parco Naturale Tre Cime, Dobbiaco è uno scrigno di gioielli architettonici fra cui spiccano la Roter Turm (Torre Rossa), il castello Herbstenburg e la chiesa di San Giovanni Battista; il centro storico offre scorci in stile alpino e, sia fuori che dentro, il paese è impreziosito da numerose fontane pubbliche, la maggior parte in legno.
Cosa fare a Dobbiaco?
Senz’altro incontrare Anita Mancini, una delle poche sommelier d’acqua italiane. La si trova al Tilia (www.tilia.bz), il ristorante 1 stella Michelin dello chef Chris Oberhammer (di cui Anita è anche compagna di vita). Quando la maître non si occupa dei 5 tavoli (una ventina i coperti in totale) nell’elegante sala di vetro di quello che fu l’antico Grand Hotel, accompagna in piacevoli escursioni alla scoperta…dell’acqua minerale, della sua storia e delle sue proprietà organolettiche. Dal Tilia ci s’incammina lungo un sentiero-ciclovia, perlopiù pianeggiante, immersi nel verde, sino a raggiungere un’altura, dove da un’unica fonte si può attingere l’acqua potabile che sgorga da due diverse sorgenti, entrambe di altissima qualità.

Per raggiungere la ZweiWasserBrunnen (Fontana delle due Acque) basta dirigersi verso la chiesa cittadina (facile da individuare perché di colore verde e con la cuspide del campanile a cipolla) seguendo le indicazioni Valle San Silvestro e, subito dopo la chiesa, quelle per Haselsberg: una manciata di minuti più tardi si arriva alla fontana da cui si gode anche un idilliaco panorama su tutta Dobbiaco.
“La sorgente Nasswand ha acque calcaree che scorrono nelle Dolomiti mentre quelle della sorgente Bergalm sgorgano fra le rocce ferrose delle Alpi centrali – spiega la sommelier – Questa singolare fontana offre la possibilità di bere, a piacere, entrambe le acque, dai gusti così differenti: la prima più dolciastra e salata al palato, la seconda più acida, quasi metallica”.
Una vera e propria degustazione di acque minerali, quella proposta da Anita Mancini: marchi del Sud Tirolo, del Trentino e di altre regioni d’Italia sino alle più celebri di provenienza straniera (come la Fiji, imbottigliata sull’isola di Viti Levu: considerata la più pura al mondo, quest’acqua artesiana è anche fra le più care in assoluto presenti in commercio). E mentre s’impara a riconoscere le caratteristiche di un’acqua rispetto a un’altra, le tipologie di dieta cui associarla e la temperatura a cui servirla, si gustano le prelibatezze di uno squisito picnic preparato da Oberhammer, un menù che rispecchia il cuore delle Dolomiti.
“Sostenibilità del territorio, rispetto e consapevolezza ambientale: i piatti sono preparati con il raccolto dell’orto e ingredienti di aziende agricole delle immediate vicinanze – spiega entusiasta lo chef del Tilia – È la nostra idea di cucina e di cibo naturale, un viaggio nella natura alla (ri)scoperta dei valori legati all’ambiente, in stretta connessione con le persone del luogo”.
Un esempio delle bontà (custodite in packaging naturali, vetro e bambù) da gustare all’aria aperta con lo sguardo rivolto alle montagne? Insalata di canederli e formaggio di malga, vitello arrosto rosé con tortino di polenta, pane di segale fatto in casa e un “apfelstrudel” (“secondo la ricetta di mia mamma, con caffè d’orzo e latte di fieno”) che strabilia le papille gustative.