Cosa c’è da vedere nel Cimitero dei Burci

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In un’ansa del fiume Sile, nella provincia di Treviso, è ubicato un sito archeologico molto particolare: il Cimitero dei Burci, antiche imbarcazioni di legno utilizzate per il commercio fluviale

Il territorio del comune veneto di Casier, all’interno Parco Naturale Regionale del fiume Sile, fa da scenario ad un ritrovamento archeologico più unico che raro: il Cimitero dei Burci. Si tratta di un gruppo di relitti che, a distanza di decadi, il fiume ha restituito alla vista di coloro che decidono di visitare questa originale destinazione.

Cosa sono i Burci

Le imbarcazioni tornate a galla sono chiamate Burci, tipici mercantili veneti impiegati un tempo per il commercio fluviale. Lunghi circa una ventina di metri, la loro esistenza è documentata a partire dal Medioevo per trasportare merci dal Porto fluviale di Treviso fino a Venezia.

Il fiume Sile è sempre stato infatti un’importate fonte di sostentamento per gli abitanti del posto, utilizzato sia per i rifornimenti sia come via di comunicazione. Per questo, fin dall’antichità, flotte di barconi si spostavano trainati dalla forza motrice del vento o degli animali, con l’aiuto di lunghe corde che i barcaioli legavano ai buoi per farli scivolare lungo le “restère”, le strade lungo gli argini.

A partire dagli anni Settanta, tuttavia, il trasporto su strada prese il sopravvento, causando l’abbandono di fiumi e canali. Per protestare, i barcaioli decisero di affondare le loro imbarcazioni, che finirono così in fondo al fiume per lungo tempo, prima di ritornare in superficie. Ad oggi, i relitti riaffiorati sono 19, tra cui si riconoscono varie tipologie di imbarcazioni tradizionali venete, la più antica delle quali sembra risalire al 1937.

Una passeggiata lungo il fiume Sile

La strada che porta al sito archeologico parte come un sentiero in terra battuta per poi proseguire su una passerella di legno e può quindi essere attraversata sia a piedi che in bici, percorrendo la pista ciclopedonale che parte da Treviso e costeggia il fiume Sile lungo l’antica “Strada Alzaia” fino a Casale sul Sile.

L’atmosfera circostante restituisce la pace e la tranquillità dell’oasi naturale, contraddistinta da una ricca flora fatta di canneti e salici piangenti e da una variegata fauna, tra cui cigni, anatre e tartarughe. Punto di interesse per chi volesse trascorrere una giornata alla scoperta di un angolo di entroterra veneto, dal Parco Naturale del fiume Sile è possibile ammirare le storiche dimore di Villa Barbaro e Villa Carlotta, costruite tra Seicento e Ottocento per delle nobili famiglie veneziane.

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