La Casina vanvitelliana è una meravigliosa struttura situata all’interno dell’omonimo parco sul lago del Fusaro a Bacoli, in provincia di Napoli.
Un tempo luogo di caccia e pesca dei Borbone, oggi, nonostante i lavori di ristrutturazione avutisi nei primi anni del 2000, non gode di eccelse condizioni, pur mantenendo il suo fascino. L’atmosfera è da favola al punto da far chiamare la costruzione anche Casina di Pinocchio, perché ricorda la casa della Fata turchina nel famoso sceneggiato del ’72 (dalla regia di Luigi Comencini).
Casina vanvitelliana, la storia
Abbandonata già in epoca romana, l’area del parco Vanvitelliano si trasformò in riserva di caccia nel 1752, quando la zona era poco abitata. I lavori furono cominciati poi da Luigi Vanvitelli, già architetto della Reggia di Caserta, su richiesta di Carlo III, ma a portarli a termine nel 1782 fu suo figlio Carlo, fortemente voluti da Ferdinando IV di Borbone.
La Casina vanvitelliana è stata ideata su un isolotto poco lontano dalla riva, alla quale oggi si collega un pontile in legno. Con una pianta fatta da tre ottagoni intersecati, la Casina vanvitelliana sembra quasi come una pagoda che si innalza maestosa sul lago Fusaro, decorata con larghe vetrate su tutti i suoi lati. Molti sono i personaggi noti che nel tempo hanno avuto modo di soggiornare all’interno della Casina vanvitelliana, tra i quali nomi famosi come Mozart, Giochino Rossini, ma anche reali come lo Zar di Russia e Francesco II Imperatore d’Austria e, negli anni ’50, l’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
La casina vanvitelliana oggi
Durante i moti del 1799, che permisero la nascita della breve Repubblica napoletana, andarono persi i dipinti del pittore tedesco Jakob PhilippHackertqui custoditi che ritraevano le quattro stagioni. I Borbone li avevano spostati dalle residenze di San Leucio alla Casina Vanvitelli, tra cui anche il dipinto a olio su tela “Ferdinando IV a caccia di folaghe nel lago Fusaro”.
Oggi è ancora possibile trovare questo dipinto all’interno della Reggia di Capodimonte. Come già detto, sia nel parco che nella Casina c’è poco delle bellezze del passato a causa dell’incuria e del degrado delle amministrazioni locali, ma resta una meraviglia da visitare.